giovedì 15 novembre 2018

Il Direttore!

ascanio gardini e fabrizio farinelli alias il direttore

ascanio gardini e fabrizio farinelli alias il direttore

ascanio gardini e fabrizio farinelli alias il direttore

ascanio gardini e fabrizio farinelli alias il direttore


Proprio in questi giorni che è il suo compleanno (esattamente il 17/11, un giorno prima di Carlo....), vi racconto di Fabrizio Farinelli, iniziando così a parlarvi dei vari personaggi che ho avuto modo di conoscere e che ruotavano, in qualche modo, attorno alla figura di Carlo Talamo.


Il nostro incontro risale al lontano 1991 quando vengo portato da un amico alla Numero Uno. Esce fuori questo tipo con i baffetti e l'aria da perfetto lord inglese che non mi ispira alcuna simpatia. E' freddo, poco loquace e sembra pure un tantino altezzoso. Non mi piace, ma il nostro incontro dura una manciata di minuti e finisce lì. Dopo circa un anno mio padre decide di regalarmi il primo Sportster ed andiamo alla Numero Uno per stipulare il contratto.  L'idea su Fabrizio Farinelli non cambia, anche perchè mi preventiva tempi di attesa biblici per ritirare la moto che poi, in realtà, si accorciano notevolmente grazie all'intervento di un amico che intercede per me con Fabrizio. 

Inizio ad apprezzare la sua disponibilità e nel giro di poco tempo nasce quella che per me tutt'ora è un'amicizia importantissima. Strano a dirsi. Lui chiuso e riservato, io casinista e molto loquace, riusciamo inspiegabilmente a trovarci sebbene tra noi vi siano più di vent'anni di differenza.
Ancora oggi, oltre alla passione per le moto e per i motori in genere, mi domando quale sia stato il “trait d'union” della nostra amicizia.
Poche volte ho sentito da lui giudizi secchi su qualcuno. Sempre misurato e pacato......tranne quando sale in motocicletta!!!!

Ai tempi dei primi raduni HD (anni novanta) da qualcuno era stato ribattezzato UFO, perchè quando saliva in moto e metteva il casco scompariva e non lo vedevi più.
Nel lontano 1996, alla partenza di un Pallequadre, fui tratto in inganno da questo suo comportamento e corsi appresso ad un fantasma tutta la notte fino a San Benedetto del Tronto. All'ultimo momento, invece di partire per il raduno, si era messo il casco voltando verso casa quando, all'uscita da una stazione di servizio, ci trovammo difronte la Polizia con i mitra spianati che aveva scambiato per colpi di arma da fuoco i mortaretti sparati da Lello Er Maniaco e dalle Teste Matte.

Un paio di anni dopo, esattamente nel 1998, partimmo per andare a Vairano di Vidigulfo (vicino Milano) per partecipare al primo Triumph-Day (che all'epoca si faceva anche con le Buell), facendo tutta la Cassia da Roma. Io avevo comprato da poco una Buell M2 Cyclone su cui avevo montato uno scarico Supertrapp che faceva un gran casino. Arrivammo la sera a Vairano  distrutto, così come altri del gruppo, mentre il Direttore, che stava con una Speed Triple 509, era fresco e pulito, nemmeno fosse appena uscito da una lavanderia......

In quegli anni iniziammo ad avere una sorta di rituale che durò per molto tempo: la sgroppata del sabato a pranzo sulla Flaminia. Io, oltre allo Sportster (sostituito successivamente dalla Buell), avevo a disposizione l'Aprilia 125 Replica di mio fratello. Un bel giorno il Direttore mi propose di farci questo giro fino al bar di Sassacci, dopo Civita Castellana, ritrovo dei motociclisti (chi è di Roma conosce bene il tragitto....) Si presentò con una Triumph Trident 900  nera e rossa sulla quale aveva montato i terminali a beccuccio dei vecchi BSA Rocket. Mi disse di stargli dietro per migliorarmi nella guida. 

Quell'uscita mi servì per capire che quando si esce in moto con il Direttore  bisogna fare tutto tranne che stargli dietro e tentare di seguire le sue linee. Ha movimenti dolci e cadenzati, con inserimenti precisi e mai scomposti della moto in curva. Osservandolo non può non venire in mente un certo Troy Corser e le sue stratosferiche “superpole” ai tempi d'oro della Superbike. Lo vedevi entrare in pista per il giro secco e pensavi che stesse andando a passeggio, poi vedevi il crono e rimanevi senza parole

Ecco: questo è il Direttore ed in quella occasione lo imparai a mie spese. Fino quasi a Civita Castellana feci molta fatica per stargli dietro, anche se l'andatura non sembrava proibitiva. Imputavo il tutto alla piccola Aprilia ed alla mia non grande abilità nella guida. Poi arrivarono i tremendi curvoni a scendere (non li conoscevo) che assomigliano al terribile  “Cavatappi” di Laguna Seca. 

Dopo un bel rettilineo il Direttore accenna una leggera frenata ed inserisce dolcemente la moto sulla destra. Lo vedo scomparire. Io provo a fare la stessa cosa ma in un decimo di secondo mi rendo conto che siamo a circa 160 km/h. Provo ad inserire la moto ma sono costretto a tirare una frenata come non mai finendo sulla corsia opposta. Arrivo a Sassacci bianco come un cadavere per la paura..... 

Come detto, questo nostro rito durò molto tempo. Un giorno ci superammo: quaranta minuti per arrivare a San Gemini (….ovviamente facendo la Flaminia...). Dopo tutto questo tempo sorrido al ricordo di quei momenti, ma se ci ripenso bene mi viene il terrore!!!! Usavamo la Flaminia come se fosse un circuito di gara. Una sorta di TT italiano. Folle. Ora se la faccio ad ottanta chilometri all'ora è pure troppo anche se la conosco a memoria.

Quando Carlo morì fu lui a darmi la notizia. Ero appena tornato a casa dopo una giornata lavorativa abbastanza difficile. Mi squilla il telefono e senza troppi giri di parole, con la voce rotta dall'emozione, mi dice: “Ascanio è successo l'impensabile. E' morto Carlo.”. Fu un momento bruttissimo.

Grazie al Direttore ho avuto modo di conoscere molte persone legate a vario titolo a Carlo (e di cui racconterò in seguito). A molte di queste persone mi sono affezionato parecchio e ne conservo tutt'ora bei ricordi.
Questi ventisei anni mi sono volati ed ho la costante sensazione di aver vissuto un'epoca irripetibile. E di aver conosciuto un grande amico.


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