martedì 6 gennaio 2015

IL FURBETTO!

Chi di noi non si e' mai imbattuto in qualche persona dai modi accattivanti, con la quale poi ha avuto brutte esperienze dopo che essa ne ha carpito in modo poco limpido, per non dire fraudolento, la fiducia? Oppure: chi ha assistito impotente a situazioni di dubbia liceità' ben sapendo che il soggetto agente avrebbe goduto dell'impunita' più' totale?
Penso che praticamente a nessuno non sia mai capitata una delle situazioni in questione. Anzi: nel nostro paese si puo' affermare che di situazioni simili ve ne sono praticamente a bizzeffe perche', e' brutto dirlo, questo rappresenta il paese dei balocchi per malandrini e lestofanti.
Prendiamo il settore delle moto (quello che conosco meglio), ma tale esempio potrebbe farsi tranquillamente per altri ambiti.
Tizio, che fino al giorno prima stoccava patate in un retro bottega (senza alcuna offesa per i cosiddetti patatari) decide di far soldi con la vendita delle moto e degli scooter, con l'intenzione di diventare anche il punto di riferimento di qualche prestigioso marchio.
Per prima cosa deve trovare i denari. Si rivolge ad alcuni conoscenti, facendo credere loro che stanno facendo il miglior affare della loro vita, non dopo averli imboniti per bene circa il loro rapporto di fraterna amicizia.
L'affare comincia e nei primi tempi va tutto bene: di moto se ne vendono in numero cospicuo (pur senza raggiungere i numeri preventivamente stimati), l'officina lavora di pari passo e si vendono persino un buon numero di accessori ed oggetti di merchandising. Insomma: il fatturato e' buono.
Poi la situazione, nel giro di poco tempo, inizia a peggiorare a causa della palese incompetenza di Tizio in materia. I soci fiutano il pericolo e, dopo aver restituito pan per focaccia, riescono ad uscire dalla societa' riprendendo i soldi investiti, pur senza guadagnarci, ma senza nemmeno rimetterci le penne. Tizio si ritrova improvvisamente solo. Iniz1ia a raccattare collaboratori in giro pagandoli due soldi e porta avanti cosi' la baracca, fino a quando ha un' idea geniale: rilevare qualche altra concessionaria dello stesso marchio (di cui nel frattempo ha perso il mandato in quanto non in grado di far fronte agli impegni presi).
Ma non puo' far cio' da solo poiche', per poter andare avanti, ha nel frattempo dovuto operare cambiamenti societari in modo da eludere il fisco e trovare il sistema di non pagare collaboratori e dipendenti.
Si deve quindi appoggiare ad un'altra persona in modo che lui non figuri. Ecco, quindi, che scende in campo la famosa testa di legno, ovverosia colui che si intesta tutto ma, di fatto, avra' solo una piccola parte di quanto in realta' risulta.
In questa fase Tizio fa sfoggio di tutta la sua furberia, compiendo quella che e' la sua opera d'arte: realizza una miriade di denari, porta poi al fallimento l'azienda, e reinveste i guadagni (ottenuti in modo poco pulito) in una attivita' del tutto estranea alla precedente, che lo consacrera' agli occhi dei numerosi clienti come imprenditore di lungimirante efficacia.
Ma, all'atto pratico, come fa Tizio a riuscire nel suo intento ?
Il giochetto e' alquanto semplice e collaudato.

 Facendo sfoggio dei soliti modi garbati e della solita galanteria per acquisire credibilita' con le persone, dopo un certo periodo di tempo inizia a non pagare piu' alcuni fornitori, ritardando il pagamento di altri. Stessa cosa avverra' con dipendenti, collaboratori e con le varie imposte e gabelle varie, distraendo il denaro e facendolo transitare su qualche conto corrente bancario a lui non riconducibile (magari della compagna benestante).
Poi, una volta portata alla chiusura l'azienda, si pone come salvatore della patria offrendosi di comprare (ovviamente al valore di un decimo di quello reale) gran parte dei beni della stessa, che gli serviranno per la sua rivendita di moto.
E la testa di legno ci si chiede ? Non si rende conto di quanto sta avvenendo ? La risposta, semplicemente, e' NO!!!!!!! Quest'ultimo e' stato prima di tutto imbonito da Tizio, di cui si fida ciecamente, eppoi e' troppo preso dagli impegni di un'altra attivita' che lo assorbe quasi totalmente.
Alla fine dei conti accade che l'intestatario della societa' si trova in bancarotta, costretto a subire processi civili, magari subendo anche l'onta del fallimento (con le conseguenze che ne derivano per la sua qualita' di imprenditore).
Tizio, invece, da buon furbetto ne esce pulito e con un bel gruzzolo, facendosi beffa di tutto e tutti: leggi comprese.
La morale ???? Non c'e'!!!!!!! Ha vinto semplicemente lui!!!!

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