lunedì 30 dicembre 2013

La strana vita dei piloti


La velocità: un demone che ti può prendere ed attanagliare non permettendo di liberartene. Che ti porta spesso a vivere oltre. Che ti fa sentire pilota sia che tu lo faccia di professione o solo per svago. In quei momenti ti senti libero ed in piena armonia con te stesso. Vivi semplicemente al limite. Chi ha la fortuna di farne una professione, sfoga la sua voglia di velocità durante l'attività agonistica, spesso andando oltre il limite e parlando con la “signora in nero” (ovverosia la morte) in diverse occasioni, ma senza mai abbracciarla, quasi diventasse una invisibile compagna di vita, la cui costante e continua presenza offre senso a tutto. Non si finisce di esser piloti (salvo rare eccezioni) perchè, quando si smette l'attività agonistica, spesso si ha la beffarda impressione di aver chiuso con la velocità o di averne preso le distanze riuscendo a controllarla. Ma la realtà è ben diversa......salvo pochi, la maggioranza rimane pilota per tutta la vita, con l'aggiunta di due aspetti estremamente negativi: l'indissolubile avanzamento del tempo, e la mancanza di allenamento che spesso non rendono coscienti dell'abbassamento dei propri limiti prestazionali.
Ecco allora lo spiegarsi del fatto che molti piloti, usciti indenni da epiche battaglie durante la loro attività agonistica, finiscono per perdere la vita o avere seri traumi in banali incidenti di tutti i giorni o in rimpatriate tra vecchi compagni di battaglia su qualche circuito.
Ma chi ha avuto la fortuna di vivere con questo lavoro, ne parla come del più bello.....

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