La
velocità: un demone che ti può prendere ed attanagliare non
permettendo di liberartene. Che ti porta spesso a vivere oltre. Che
ti fa sentire pilota sia che tu lo faccia di professione o solo per
svago. In quei momenti ti senti libero ed in piena armonia con te
stesso. Vivi semplicemente al limite. Chi ha la fortuna di farne una
professione, sfoga la sua voglia di velocità durante l'attività
agonistica, spesso andando oltre il limite e parlando con la
“signora in nero” (ovverosia la morte) in diverse occasioni, ma
senza mai abbracciarla, quasi diventasse una invisibile compagna di
vita, la cui costante e continua presenza offre senso a tutto. Non si
finisce di esser piloti (salvo rare eccezioni) perchè, quando si
smette l'attività agonistica, spesso si ha la beffarda impressione
di aver chiuso con la velocità o di averne preso le distanze
riuscendo a controllarla. Ma la realtà è ben diversa......salvo
pochi, la maggioranza rimane pilota per tutta la vita, con l'aggiunta
di due aspetti estremamente negativi: l'indissolubile avanzamento del
tempo, e la mancanza di allenamento che spesso non rendono coscienti
dell'abbassamento dei propri limiti prestazionali.
Ecco
allora lo spiegarsi del fatto che molti piloti, usciti indenni da
epiche battaglie durante la loro attività agonistica, finiscono per
perdere la vita o avere seri traumi in banali incidenti di tutti i
giorni o in rimpatriate tra vecchi compagni di battaglia su qualche
circuito.
Ma
chi ha avuto la fortuna di vivere con questo lavoro, ne parla come
del più bello.....
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